Potrebbe sembrare strano, ma la spada e il cavallo hanno culturalmente i quattro elementi cosmici di acqua, terra, aria e fuoco, ritenuti fondamentali per l’uomo per molti secoli, se non millenni, al fine di capire l’universo e i suoi equilibri. Conosciamo da tempo il peso culturale dei quattro elementi cosmici di aria, fuoco, acqua e terra, che hanno regolato per secoli scienza e religione, costituendo lo scheletro portante della cultura dell’occidente, in una serie innumerevole di combinazioni fra loro e di successive declinazioni a vario livello della conoscenza. La spada ha il fine pregio di essere un elemento creato dall’uomo, che rispetto ad altri racchiude maggiormente in sé i valori di giustizia, vita, morte, potere temporale e politico e molti altri, e che oggi è per l’uomo solo uno strumento di gioco. Perciò vanno fatte delle considerazioni precise sulla sua genesi costruttiva, per capire di cosa si tratta e di cosa stiamo parlando.

Innanzitutto la TERRA. L’elemento roccioso che contiene la materia prima dalla quale si estrae il ferro (Ematite e Magnetite) proviene dal suolo, ne è parte di esso e come tale va considerato nella sua forma originale.

Per estrarre il metallo, inevitabilmente è indispensabile usare il FUOCO, il quale serve anche per purificare il metallo, separandolo dalle scorie alle quali è intimamente legato. Questo processo primario che è anche il più importante, è seguito dal processo di forgiatura vero e proprio che ha il fine di ottenere le varie parti della spada che poi andranno assemblate, per ottenere l’oggetto finito. Uno dei problemi del ferro è che è impossibile separarlo totalmente dal carbonio, in quanto è grazie all’unione del metallo con questo elemento che si ottengono le varie gradazioni di durezza del ferro che denominiamo ghise, ferri, acciai e tutte le specie derivanti da questi gruppi. È importante anche capire che la quantità di carbonio nel ferro si può modulare solo grazie a camere a elevato grado di fusione interno (circa 2000°C), cioè quando i forni sono ben strutturati (le pareti del forno molto spesse e a bassa dispersione di calore). Pertanto la quantità di ossigeno e ovviamente di carbonio sprigionato dai combustibili nella camera di fusione determinano la durezza o l’acciaiosità del ferro.

Ovviamente oggi sappiamo che è la quantità di carbonio che caratterizza questo fattore, ma anticamente si imputava questo aspetto all’ARIA, che dopo la terra e il fuoco è il terzo elemento di unione della spada.

Il quarto elemento, che è l’ACQUA è ovviamente quello che chiude il tetragono ciclico della composizione della spada, in quanto per far sì che il carbonio si fissi in maniera tale da rimanere stabile, va raffreddato in maniera rapida a una temperatura più bassa di quella di lavorazione, perciò si immerge in un liquido, che per secoli è stata principalmente l’acqua, ottenendo quella che viene chiamata la tempratura. Con il tempo l’uomo ha scoperto che anche l’olio dava medesimi se non migliori risultati dell’acqua, in quanto la temperatura di ebollizione dell’olio era superiore ai 100°C cosa che garantiva una progressione più omogenea nel raffreddamento, ottenendo in tal modo migliori risultati. Non ultime le misture di olio e acqua e infine anche di acqua e ammoniaca, cioè l’urina, sia quella umana che quella equina, un tempo reperibile, come è facile immaginare, in grandi quantità. Quest’ultimo è il punto di congiunzione fra la spada e il cavallo, il quale possiede legami cosmici molto preziosi per l’immaginario culturale dell’uomo, ben più originali di quanti ne potrebbe contenere la spada, che a sua volta ne ha già tanti.

Per l’uomo il cavallo è da sempre stato considerato l’elemento di congiunzione fra la terra e l’aria. Dal punto di vista figurativo, quando l’uomo è in sella è in una posizione “staccata da terra”, così da essere “elevato in aria”. anche se può sembrare banale, non lo è affatto, è per questo che esistono un numero impressionante di ritratti equestri di persone importanti. Simmetricamente il cavallo è anche l’elemento che “lega l’uomo alla terra”, ma facendolo stare “in aria”. Questa è una separazione metaforica, del tutto filosofica, cosa che per la classe culturale più elevata dell’antichità era molto importante, benché già in epoca medievale il cavallo era considerato l’essere ctonio (=sotterraneo) per eccellenza in quanto animale, ma che separava l’uomo dagli inferi, innalzandolo verso l’alto. Era pertanto un essere “salvifico” che ricorreva in moltissime simbologie, spesso anche religiose, che sono ancora presenti nell’immaginario mondiale dell’uomo moderno, sia come stereotipo che come “immagine parassita” sempre pronta a risultare quale punto di riferimento esplicito a veicolare suggestioni di vario tipo nell’animo umano.

A partire dal rinascimento il cavallo e tutti gli animali che stanno a contatto con l’uomo, vengono selezionati non solo sulla base della salute fisica e della stazza, ma anche del carattere, tanto da renderlo l’elemento animale più simile all’uomo. Nella letteratura il cavallo è inscindibile dal suo padrone e nella realtà viene addirittura catalogato con un variegato elenco di sfumature quali: bizzarro, furioso, calmo, mansueto, indomabile, ecc… facendolo apparire un essere al quale “mancherebbe solo la parola” per essere il compagno perfetto per l’uomo. Da questa posizione culturale, si è poi passati alla selezione delle razze equine, per ottenere quel pieno controllo di questo elemento della natura così importante per la vita quotidiana dell’uomo.

In ultima e breve analisi, così come il cavallo separa l’uomo dalla terra (o dagli inferi) innalzandolo, la spada è l’elemento capace di separare l’uomo dalla vita, destinandolo in paradiso o agli inferi. Non va dimenticato che siccome il cavallo oltre che dividere l’uomo dalla terra, lo unisce a essa, anche la spada è simbolo di unione, quando la si usa per i giuramenti e le investiture cavalleresche. Quasi nulla ha così tanti elementi di congiunzione come il cavallo e la spada e da questi ne scaturiscono le rispettive arti cioè l’equitazione e la scherma.

 

Autore

Fabrizio Orsini