Parte Guelfa osserva con grande attenzione l’evoluzione di COP27, il forum internazionale promosso con cadenza annuale dalle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che è iniziato ieri in Egitto a Sharm El Sheik e si concluderà il prossimo 18 novembre. Appuntamento molto atteso e sotto i riflettori accesi di tutta la comunità internazionale, a fronte anche delle gravissime ripercussioni dovute alla guerra in atto tra Russia e Ucraina che dallo scorso inverno hanno profondamente mutato gli equilibri energetici dell’Occidente e di conseguenza acuendo la crisi già drammatica dei Paesi in via di sviluppo.
Le posizioni drastiche e la politica di urgenza assunte da tutti gli attori coinvolti direttamente o indirettamente nel conflitto, hanno di fatto determinato una brusca battuta di arresto rispetto alle decisioni unilaterali e agli impegni già sottoscritti dalla maggioranza dei governi nell’accordo di Parigi del 2015 e nella scorsa edizione di COP26 di Glasgow in Scozia; uno su tutti, l’eliminazione di emissioni di anidride carbonica entro il 2030, di fatto disatteso. Per dirla con il professor Jacopo Bencini di Italian Climate Network, ci si presenta all’interrogazione più importante nella unanime amara consapevolezza di “non aver svolto i compiti a casa!”.

Premesse sicuramente poco edificanti che ci aiutano a comprendere il perché da questo vertice ci si attenda una maggiore determinazione, risposte chiare e prese di posizione più tenaci e mirate che possano far presagire ad un repentino “cambio di rotta”, decisioni inequivocabili non più procrastinabili. D’altro canto, senza un’ azione ed una volontà politica comune e soprattutto concordata, difficilmente si potranno ottenere validi risultati. Le delegazioni intervenute si ritrovano quindi intorno ad un tavolo per ridiscutere quali siano le azioni di contrasto più urgenti per la lotta ai cambiamenti climatici, del che, individuando quattro aree tematiche d’ intervento principali: 1-la mitigazione, cioè la riduzione sensibile delle emissioni climalteranti; 2-lo stanziamento ed il transfer di risorse finanziarie, anche a sostegno dei Paesi del terzo mondo; 3- tecnologico, per la produzione di energia pulita mediante lo sfruttamento delle fonti rinnovabili a zero impatto ambientale; 4-intellettuale, ovvero l’adozione e la promozione di campagne di sensibilizzazione globale volte ad una maggiore consapevolezza del collasso ecologico-climatico in corso, il tutto finalizzato ad un utilizzo più responsabile delle risorse energetiche.

“Vi è un chiaro legame tra la protezione della natura e l’edificazione di un ordine sociale giusto ed equo. Non vi può essere un rinnovamento del nostro rapporto con la natura, senza un rinnovamento dell’umanità stessa. Custodire la Terra, affinché questa non risponda con la distruzione.”, espressioni pesantissime che pesano come un macigno, quelle pronunciate dal Santo Padre in occasione dell’Incontro con le massime autorità keniote durante il Viaggio Apostolico del novembre 2015, a pochi mesi dalla pubblicazione dell’enciclica “LAUDATO SI’”.

Un richiamo alla coscienza universale forte ed esplicito quello di Papa Francesco, subito recepito dalla Parte Guelfa che non esitò a coniugare l’esortazione del Pontefice con la sua secolare missione istituzionale, ovvero quella di avere cura e di salvaguardare la “casa comune”. Per restituire dignità al territorio in cui viviamo infatti, occorre innanzi tutto amarlo, imparando ad operare per il bene di tutti in rigoroso silenzio, perché il nostro “servizio” diventi sempre più espressione congiunta di azione e di preghiera. Ecco perché non soltanto i Dragoni, ma tutti i confratelli e consorelle della nostra Arciconfraternita, di ogni confessione e grado, sono chiamati quotidianamente toto orbe terraque a conformare il proprio animo a quel principio che potremo definire di “ecologia integrale”, ovvero un differente modus vivendi che dall’intelletto porti ad una conversione autentica del cuore, condizione fondamentale perché si manifesti inequivocabilmente tutto l’amore per il Creato e per le sue creature.

Ecco quindi che la Parte Guelfa segue con particolare interesse i lavori di COP27, nell’attesa che vengano poi resi noti gli esiti, tutti i suggerimenti e gli accordi siglati dai Paesi partecipanti, indicazioni preziosissime che non arricchiranno soltanto il nostro bagaglio informativo, ma che ci aiuteranno,in concreto, a migliorare e a rendere sempre più efficiente il nostro servizio…perché il futuro del pianeta dipende da ciascuno di noi e qualsiasi azione in favore dell’ambiente è sempre da ritenersi trasversale rispetto alle culture, alle popolazioni, ai differenti contesti geografici. Cor unum Anima una

Autore

Massimiliano Pulvano Guelfi