Nel cuore di Roma, sotto l’arco di Costantino e all’ombra del Colosseo, Papa Leone XIV ha concluso l’evento internazionale “Osare la Pace”, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio alla presenza dei leader religiosi di tutto il mondo. In un clima di preghiera e meditazione, il Pontefice ha rivolto un forte appello all’unità spirituale e al rifiuto di ogni violenza: “Chi non prega abusa della religione, persino per uccidere. Guai a chi trascina Dio nelle guerre: Dio chiederà conto a chi non ha cercato la pace o ha fomentato conflitti”. Davanti a una folla silenziosa e commossa, Leone XIV ha condannato ogni retorica bellica: “Basta guerre, con i loro dolorosi cumuli di morti, distruzioni ed esuli. Mai la guerra è santa, solo la pace è santa, perché voluta da Dio”. Il Papa ha poi invitato a “far tramontare questa stagione della storia segnata dalla violenza” ed a inaugurare “una storia nuova di riconciliazione”. “Basta! È il grido dei poveri e della terra. Signore, ascolta il nostro grido”.

L’incontro ha concluso la trentanovesima edizione del Meeting interreligioso per la pace, nato dallo spirito di Assisi 1986 voluto da Giovanni Paolo II. Dopo le tappe di Berlino e Parigi, l’evento è tornato a Roma con la prima partecipazione di Papa Leone XIV. Alla cerimonia erano presenti rappresentanti di tutte le fedi – cristiani, musulmani, ebrei, buddhisti – insieme a testimoni come Koko Kondo, sopravvissuta alla bomba di Hiroshima. Momento toccante, l’abbraccio tra il Papa e l’imam indonesiano Nasaruddin Umar, simbolo del dialogo tra religioni. Nel suo discorso, Leone XIV ha ribadito che la preghiera è forza di riconciliazione e che le religioni devono favorire la fraternità tra i popoli: “I luoghi di preghiera siano tende d’incontro, oasi di pace. I popoli del mondo costituiscono una sola famiglia.”

Richiamando la dichiarazione conciliare “Nostra Aetate”, il Papa ha invitato a riprendere il cammino dello spirito di Assisi: “Ricominciamo da lì, da quella coscienza del nostro compito comune di pace”. La conclusione è stata affidata a un gesto simbolico: l’accensione di 22 candele da parte dei rappresentanti religiosi, “luce di speranza nel buio della guerra”. Bambini provenienti da zone di conflitto, tra cui Gaza, hanno ricevuto l’Appello di Pace, destinato ai leader politici come messaggio universale: “Bisogna osare la pace. Dio vuole un mondo senza guerra”.

 

Autore

Gabriele Vaccaro