Nel giorno della festa di Sant’Ireneo da Lione, nell’anno 2020 dall’incarnazione del nostro Signore Gesù Cristo, nel giorno 28 del mese di Giugno, i Confratelli e le Consorelle dell’Arciconfraternita di Parte Guelfa, istituita da Papa Clemente IV nel 1266, sono giunti in pellegrinaggio alla Basilica di Santa Margherita a Cortona per rendere omaggio alla Santa Patrona, a San Marco Evangelista ed a San Ludovico d’Angiò, patrono della Parte Guelfa. La decisione di recarsi in pellegrinaggio presso la Basilica Santuario di Santa Margherita è stata indirizzata da numerose motivazioni: Margherita è una Santa Francescana, chiamata al Padre nel 1297 pochi mesi prima di un altro Santo Francescano, Lodovico d’Angiò, Patrono della Parte Guelfa.

Come il poverello di Assisi e come l’erede al trono di Francia, Margherita trova nella Regola Francescana la più perfetta espressione di dedizione al prossimo e di servizio ai più deboli, una scelta totalmente consapevole di rinuncia a ricchezze, potere e privilegi che la sua eccezionale bellezza le avrebbero facilmente procurato.

Margherita fu sin dalla nascita, avvenuta nel 1247, di una bellezza straordinaria e resistette ad ogni lusinga e corteggiamento fino al suo incontro con Raniero del Pecora, ricco e potente nobiluomo di Montepulciano, col quale condivise anni di onori, di splendida vita pubblica e la gioia di un figlio.

Raniero morì nel 1273 in un agguato provocato dalle faide Guelfo-Ghibelline dell’epoca e Margherita, scacciata dalla famiglia di lui, visse un momento di forti dubbi esistenziali, tra la facile scelta di un nuovo matrimonio di prestigio ed una chiamata alla conversione che sentiva sempre più forte. Si avvicinò quindi ai frati Francescani di Cortona, ritirandosi in preghiera ed adorazione del Crocifisso ancora conservato in Basilica, affidò il figlio ai Frati Francescani di Arezzo, entrò nell’Ordine Secolare Francescano e dedicò i restanti anni della sua vita ad opere di carità e di servizio verso i più deboli e bisognosi, fondando un ospedale presso la chiesa di San Basilio, adiacente e poi sostituita dall’odierno Santuario, e formò la Confraternita di Santa Maria della Misericordia, per le dame che intendevano assistere i poveri ed i malati.

Fu onorata come Beata in tutta la Val di Chiana sin dalla morte, Innocenzo X ne approvò il culto il 17 marzo 1653, ma fu canonizzata soltanto il 16 maggio 1728 da Benedetto XIII con l’appellativo di Nova Magdalena. Una Santa mistica, ma anche di azione, coraggiosa, ricercata per consiglio, attenta alla vita pubblica e, nelle contese tra guelfi e ghibellini, fu operatrice di pace presso i feudi di Montepulciano.

Autore

Marco Crisci

 

Immagini

Lulu Costel Dorneanu