Parte Guelfa cavalcata delle panatenee Fidia PartenoneI potenti cavalli di Tessaglia furono protagonisti sotto le mura di Troia guidati da intrepidi achei su sofisticati carri da combattimento e vennero abbondantemente documentati nell’Iliade, opera ascrivibile al IX secolo avanti Cristo narrante le gesta della guerra di Troia, combattuta nella tarda età del bronzo, tra la fine del XIII e l’inizio del XII secolo. Con gli equidi, negli scontri tra carri e nelle gare di velocità negli ippodromi, furono valorosi eroi gli aurighi. Celebre il caso di Ettore il quale dovette cambiar auriga per ben tre volte, perché nello scontro i cocchieri perdevano la vita più facilmente del guerriero che montava sul carro in posizione più protetta e si scontrava con l’avversario ben protetto dalla corazza e dallo scudo.

Il primo auriga di Ettore fu Eniopeo, ucciso da Diomede, il secondo, Archeptolemo, abbattuto da Teucro, infine il terzo, Cebrione, vittima di Patroclo. Particolarmente eroica fu anche la gara all’ippodromo di Olimpia del 476 avanti Cristo cantata da Pindaro per descrivere il confronto tra cavalieri in una competizione al galoppo trionfata dal destriero sauro Ferenico, portatore di vittoria, di proprietà di Ierone, tiranno di Siracusa, il quale commissionò a Pindaro un epinicio in onore del successo, un canto corale dalla metrica rigorosa composto in onore degli atleti vittoriosi. Le più grandi conquiste militari dell’uomo nel mondo antico venivano spesso associate al cavallo, anche soltanto in via simbolica. La storia ci ha tramandato la vicenda di Bucefalo, il cavallo del più grande conquistatore dell’antichità, Alessandro Magno, ma sono parimenti noti i nomi dei cavalli di numerosi imperatori romani, come Incitatus, il cavallo di Caligola. Nell’epica classica e nella storia greco-romana molti fieri corsieri si sono dunque ben guadagnato il loro meritato posto d’onore accanto a re ed eroi.

 

Autore

Andrea Claudio Galluzzo

 

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