In occasione delle “Giornate FAI d’Autunno 2023”, organizzate dal Fondo per l’Ambiente Italiano nei giorni di sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023, verrà svelato ai visitatori – tra gli altri luoghi in tutta Italia – l’antico borgo medioevale di Serravalle Pistoiese, con l’apertura straordinaria di luoghi normalmente non visitabili. Serravalle Pistoiese, con le sue torri e fortificazioni, domina dalla collina il valico che separa la piana Fiorentina-Pistoiese da quella Lucchese ed è quindi un luogo strategico sin dai tempi antichi. In occasione delle Giornate FAI, i visitatori saranno accompagnati alla scoperta della Torre del Barbarossa, dalla quale si gode un impareggiabile panorama, la Rocca Nuova, la Pieve di Santo Stefano, la Chiesa di San Michele Arcangelo, l’Oratorio della Compagnia della Vergine Assunta, ricco di affreschi trecenteschi.
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La guerra incide sul cambiamento climatico e sul riscaldamento globale. Parlando di guerra il primo pensiero va giustamente alla sofferenza alle persone. Ma è bene sapere che tra gli impatti devastanti ci sono anche quelli sull’ambiente, sull’ecosistema naturale, che non finiscono con il cessate il fuoco. La guerra in Ucraina ci allontana dalla giustizia, ma anche dagli obiettivi climatici. Ogni guerra provoca danni all’uomo e all’ambiente. Parlare dell’impatto ambientale di una guerra non è facile, pensando alle persone che hanno perso la vita, ai feriti, ai malati, ai rifugiati, ma è un ulteriore grave costo da sostenere a breve e lungo termine. La guerra ha un forte impatto immediato sull’ambiente e sulla natura, oltre a effetti che si vedranno a medio e lungo termine. Ma non occorre arrivare alla guerra: la costruzione, l’utilizzo e la movimentazione di interi apparati militari in tempi di pace causa gravi danni all’ambiente a livello ecologico.
L’esortazione apostolica di Papa Francesco rinnova l’impegno sui temi ambientali e sociali. Serve un’accelerazione sulla transizione energetica e una precisa volontà del mondo politico, industriale e individuale. Il primo effetto della lettura della Laudate Deum è di piacevole spiazzamento. La nuova esortazione apostolica di Papa Francesco, scritta otto anni dopo l’enciclica Laudato Si’, sulla “cura della Casa comune” è un discorso a carattere “laico”, molto più scientifico e politico che religioso. Ha carattere scientifico perché sin da subito si fanno riferimenti precisi a studi o analisi condotte da scienziati. Si può considerare un documento politico perché espone riflessioni che hanno come finalità la “cura della sorte della città”, in questo caso della Terra e di tutte le persone ed esseri viventi che la abitano. Nella lettera scritta dal pontefice si parla di clima, di transizione energetica, di politiche fallimentari, di responsabilità istituzionali e individuali.
Parte Guelfa celebra San Francesco d’Assisi patrono d’Italia nella giornata di mercoledì 4 ottobre 2023 nella ricorrenza della solennità del fondatore dell’Ordine dei Frati Minori ed ispiratore di una sensibilità ambientale in ottica cristiana con la sua vita e le sue opere, tra le quali il bellissimo Cantico delle Creature ove risuona il Laudato Si’. La Comunità Francescana invita tutti a partecipare alla solenne celebrazione eucaristica che si terrà alle ore 18.00 presso la Basilica di Santa Croce in Firenze, con la tradizionale accensione della Lampada Votiva alla presenza delle autorità civili e religiose.
Nella giornata di Domenica 1 Ottobre 2023 si è tenuta la settima edizione della Fiorente, la magnifica cavalcata urbana per le strade e le piazze del centro storico di Firenze. Più di sessanta tra cavalieri, amazzoni e cocchieri hanno percorso le strade e le piazze più belle di Firenze, circondati dai monumenti famosi nel mondo e da ali di pubblico in festa per l’inusuale presenza di un numero così imponente di cavalli e carrozze, guidate nel percorso dalle note musicali della Fanfara della Polizia di Stato a cavallo, che per la prima volta ha partecipato alla Fiorente, tradizione equestre realizzata di Parte Guelfa. Il momento più significativo della cavalcata, dopo aver percorso i Lungarni, Piazza della Repubblica e Piazza del Duomo, si è svolto in Piazza Santa Maria Novella davanti alla splendida Basilica, luogo dove sin dall’antichità si sono tenute parate e giochi equestri, e dove carrozze, cavalieri ed amazzoni si sono riuniti per rendere omaggio alle autorità civili e religiose con l’inno nazionale italiano intonato dalla Fanfara a Cavallo e cantato con entusiasmo da tutta la cittadinanza.
Sin da tempi più remoti, semplici squilli di corno o di percussione, udibili dall’orecchio umano anche su lunghe distanze, sono utilizzati per scandire momenti importanti nelle organizzazioni sociali ovvero per impartire ordini, come quando scandiscono la vita di caserma dei corpi in armi – adunata, alza e ammainabandiera, silenzio – o l’istruzione militare. La Fanfara a Cavallo della Polizia di Stato nasce per dare enfasi alle trombe e ai tamburi, secondo una consolidata tradizione alla quale si devono le prime marce militari. Ha sede a Roma nella Caserma “La Marmora”, alle dipendenze del Centro di Coordinamento dei Servizi a Cavallo e cinofili della Polizia di Stato di Ladispoli diretto dal Primo Dirigente dottor Leopoldo Testa.
Parte Guelfa è lieta di annunciare che Domenica mattina 1 Ottobre, alla settima edizione della Fiorente, la magnifica cavalcata urbana per le strade e le piazze del centro storico di Firenze, parteciperà la magnifica Fanfara a cavallo della Polizia di Stato! La settima Fiorente sarà dedicata a tutte le forze dell’ordine italiane ed in particolare alla Polizia di Stato. La passeggiata a cavallo organizzata da Parte Guelfa affonda le proprie radici storiche nelle parate a cavallo che attraversavano Firenze in occasione delle visite di illustri personalità. Le precedenti edizioni hanno riportato un significativo e crescente successo grazie alla partecipazione di centinaia tra cavalieri ed amazzoni che hanno sfilato entusiasti tra i monumenti della capitale toscana.
L’Arciconfraternita di Parte Guelfa ha celebrato alla presenza del Console Luciano Artusi e di un folto numero di confratelli e consorelle in uniforme solenne il Commendatore di Parte Guelfa Cosimo I de’ Medici, primo Granduca di Toscana, nell’anniversario della promulgazione della legge dell’Unione del 1549. Con tale importante disposizione, il padre della Toscana assegnò a Parte Guelfa i compiti di tutela e controllo del territorio granducale. Una Santa Messa è stata celebrata presso la magnifica basilica di San Lorenzo in Firenze, la parrocchia della famiglia Medici, ospitanti le splendide Cappelle Medicee ove Cosimo I de’ Medici è sepolto. Alla celebrazione eucaristica è seguita un corteo conclusosi con la deposizione di una corona d’alloro alla base della statua equestre del Granduca posta in piazza Signoria a Firenze. Una cerimonia solenne che onora il padre della patria toscana, un visionario che ebbe l’intuizione di collocare in un’unica istituzione, la nostra Parte Guelfa, tutte le deleghe ambientali e che rende a Firenze un pezzo della sua storia.
In questo excursus storico dedicato alla storia della Parte Guelfa dalla sospensione delle attività nel XVIII secolo alla loro ripresa nel XXI si desidera chiarire il fatto della massima importanza, non ancora noto ai più, che Parte Guelfa non ha subito mai alcuna soppressione granducale e che dal 2015 ha soltanto riattivato le funzioni dismesse dal 1769. Come è noto, Parte Guelfa e Parte Ghibellina, dal XIII secolo a lungo contrapposte con guerre sia locali che riguardanti i diversi stati dell’epoca, erano due “parti politiche” armate e in guerra e, come tali, composte da una serie di soggetti, talvolta anche eterogenei, in ciascuno dei due schieramenti. Tuttavia, Parte Guelfa divenne anche una vera e propria istituzione a carattere cavalleresco per permetterle di creare cavalieri atti a partecipare materialmente alle ostilità sul campo, e poi di potente magistratura, allorquando Papa Clemente IV intese riconoscere i meriti dei cavalieri guelfi fiorentini e pistoiesi che avevano dato il loro generoso e determinante contributo nella Battaglia di Benevento del 26 febbraio 1266, nella quale si ebbe la definitiva vittoria guelfa-angioina sui ghibellini-svevi.
La Storia della scherma, come sotto disciplina della Storia, non è mai stata trattata con il dovuto rispetto e serietà. I numerosi tentativi affrontati nel passato cioè negli ultimi centocinquanta anni, hanno dimostrato ampiamente che i loro autori non riuscivano ad avere uno sguardo neutrale, anzi, fuorviavano spessissimo nelle loro teorie e ricostruzioni con il preciso intento di abbracciare una filosofia o scuola di pensiero schermistico. Per questo in svariati casi si notano presenze sovrastanti di scuole francesi, o inglesi, o tedesche, a volte omettendo colpevolmente quelle italiane. Si produceva in tal modo l’effetto contrario a quello voluto cioè quello di non riuscire a dare ai lettori una valida ricostruzione dei fatti storici e quindi uno sguardo globale, o se vogliamo orizzontale di questa storia dell’uomo che ha a che fare con la scherma. Più facile invece la storia dell’equitazione, che poggia i suoi successi equestri su capiscuola indiscussi, che nei secoli si sono via via succeduti e hanno regalato alla disciplina un continuum patristico, se mi è concessa tale definizione, che la scherma purtroppo non ha mai avuto.