La tragedia che si è abbattuta su una parte consistente della Provincia di Pistoiea e della Toscana settentrionale ha colpito tutti noi e ci coinvolge in una testimonianza di affetto e solidarietà che ci fa davvero “camminare insieme” come ci siamo detti tante volte durante il processo sinodale in corso. Non son parole: nella sventura sentiamo di essere un solo popolo di fratelli e sorelle e avvertiamo il bisogno di stringerci assieme e insieme affrontare i problemi che la situazione ci presenta. Il nostro pensiero carico di affetto va a chi è stato duramente colpito: ai morti innanzitutto e ai loro familiari, subito dopo a chi ha perso tutto e si è visto la propria abitazione distrutta e poi a chi nella propria attività commerciale aveva la speranza del sostegno di una vita, poi alle varie aziende messe in ginocchio, a tutti coloro comunque che sono stati colpiti.

Vogliamo essere vicini con la preghiera e insieme con la solidarietà operosa. Intendo dire grazie veramente di cuore a tutti i volontari e ai tanti giovani, provenienti anche da altre parti d’Italia che si sono adoperati nei giorni dell’emergenza e ancora sono presenti. Un grazie tutto particolare lasciate che lo dica a voi, parroci delle zone colpite: state dando una bellissima testimonianza del vostro essere partecipi della premura del Buon Pastore, in mezzo alla vostra gente per sostenere, incoraggiare, confortare e servire senza guardare a fatiche. Sono veramente fiero di voi. Quanto è accaduto richiama alle nostre responsabilità di uomini e di umanità di fronte anche agli eventi cosiddetti naturali. Dobbiamo giustamente domandarci quanto abbiamo fatto e quanto stiamo facendo perché eventi della portata di quelli che abbiamo vissuto siano mitigati o che si sia in grado in ogni caso di affrontarli. Questa è una riflessione che possiamo e dobbiamo fare come chiesa ma che deve essere compiuta innanzitutto da chi ha responsabilità del governo dei popoli oltre che da tutte le persone di buona volontà. Intanto pensiamo, in quanto chiesa di Pistoia, a come possiamo venire incontro alle necessità e ai bisogni. Non possiamo certamente fare quanto invece può e deve compiere lo Stato e il sistema bancario. Però quel poco che possiamo fare, lo vogliamo fare tutto con generosità e con un grande cuore. E’ necessario per questo però che ci coordiniamo e non procediamo in ordine sparso. Vi prego di capire che la estemporaneità e il far da sé in questo caso rende inefficace anche quel poco che possiamo fare.

Dunque coordiniamoci senza disperdere energie e risorse. Abbiamo attivato due conti correnti: IT76A0503413800000000002795 (Banco BPM) IT62G0760113800001062220445 (Poste Italiane). Tutte le offerte in denaro siano depositate in questi conti della Caritas diocesana oppure presso la Cassa della Curia. Le offerte che si raccoglieranno sabato e domenica 18 e 19 prossimi ma anche tutte le altre che verranno a seguito di donazioni o iniziative varie. L’eventuale raccolta di alimenti sia fatta invece, questa si a livello parrocchiale, prendendo accordi diretti con i parroci delle zone interessate. Se ci fosse bisogno di indumenti, ci si rivolga al centro diocesano “Mimmo”.

I parroci delle zone coinvolte nell’alluvione presenteranno alla Caritas i bisogni delle proprie popolazioni, i vari casi, tenendo conto di queste tipologie di situazioni: 1. Famiglie che hanno perso tutto o che comunque hanno avuto danni gravi all’abitazione in cui vivono;
2. Piccoli negozianti che hanno subito danni consistenti per la propria attività commerciale;
3. Imprese artigianali o aziende di piccole dimensioni che hanno serie difficoltà a riprendere l’attività;
4. Strutture parrocchiali danneggiate. Un’apposita commissione diocesana da me costituita e presieduta esaminerà i casi e provvederà alla erogazione dei fondi raccolti.

Se qualche parroco ha richieste urgenti da fare, presenti pure immediatamente il caso e si vedrà di provvedere in qualche modo anticipando il contributo.

Carissimi fratelli e sorelle tutti. Raccogliamoci insieme nell’Eucaristia domenicale per trovare in essa e cioè nel Signore Gesù morto e risorto, la forza per vivere questa emergenza come una faticosa ma importante prova di autentica sinodalità, cioè di comunione profonda e di partecipazione veramente fraterna.

 

Autore

Fausto Tardelli
Vescovo di Pistoia
Priore Generale di Parte Guelfa