Fin dai primi momenti dell’emergenza Coronavirus, Parte Guelfa si è proposta presso le Istituzioni come organizzazione di volontariato per offrire il proprio contributo. Durante la Fase 1, quando lo scenario non era ancora ben delineato, sono state coinvolte soltanto strutture ed associazioni preparate in assistenza prettamente sanitaria. Abbiamo accettato e condiviso questo tipo di approccio, ritenendolo giusto, per non intralciare le operazioni di soccorso ed evitando rischi per la salute di tutti. Nella Fase 2 ci verrà data la possibilità di offrire il nostro contributo, in accordo con il Comune di Firenze e la Protezione Civile, presso i Parchi cittadini riaperti alla fruizione del pubblico in due forme differenti; potremo affiancare gli educatori comunali con attività di accompagnamento e orientamento alle famiglie con bambini e riprenderemo la consueta attività di monitoraggio del Parco delle Cascine partendo dalla nostra sede del Visarno.
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I Confratelli e le Consorelle dell’Arciconfraternita di Parte Guelfa rendono onore ed esprimono il loro grande cordoglio per la scomparsa di Domenico Montagnaro, Cavaliere Onorario di Parte Guelfa, e partecipano sentitamente e sinceramente al cordoglio dei suoi cari. Domenico era una persona dal cuore grande e dal grandissimo attaccamento ai colori e alle tradizioni della città di Firenze. Montagnaro era stato il primo capitano dei Bandierai degli Uffizi dal 1973 al 1979 e venne nominato Cavaliere Onorario di Parte Guelfa nel 2016. Ha servito fino all’ultimo la causa delle traizioni fiorentine rendendosi utile come attivista nella scorta al Corteo Storico della Repubblica Fiorentina.
La FISE, Federazione Italiana Sport Equestri, è intervenuta incisivamente, attraverso la dedizione dei propri vertici, durante l’emergenza Covid 19 a sostegno di cavalli e cavalieri apportando un valido contributo per la tutela del mondo equestre. Parte Guelfa è lieta di diffondere notizie utili, per tutti i cavalieri e a tutela dei cavalli, inoltrando l’ordinanza della regione Toscana che apporta, evidenziate, le parti riguardanti l’utilizzo degli equidi e l’accesso presso i centri ippici con particolare riferimento alle discipline paraolimpiche.
Niccolò Machiavelli nasce a Firenze nel 1469 da un famiglia modesta e di buona cultura. Il padre era un uomo di legge, possessore di una biblioteca e autore de “I Ricordi Famigliari”. La madre invece era autrice di rime sacre. Machiavelli ebbe una buona educazione umanistica, ma non apprese il greco. Un documento importante per capire la sua formazione è il De Rerum Natura di Lucrezio che testimonia il suo interesse all’epicureismo. Difatti il suo indirizzo è laico. Nel 1498 concorse alla segreteria della seconda cancelleria del Comune, ma non ottenne il posto finché non morì il candidato del partito savonaroliano che lo aveva superato in graduatoria. In seguito divenne segretario della magistratura dei “Dieci di libertà e pace”.
La cavalleria napoleonica si distingueva in cavalleria leggera, cavalleria di linea e cavalleria pesante. Ai tempi dell’Ancien Régime la cavalleria era costituita da piccoli reparti aggregati alle divisioni di fanteria. Napoleone decise di crearne di nuovi in maniera tale che potessero agire autonomamente, costituendoli in divisioni e pertanto li distaccò quasi tutti per decreto aggregandoli a quelle di fanteria per costituire divisioni esclusivamente di cavalleria. Fu quindi abbandonato il principio delle divisioni pluriarma e le Divisioni furono affidate al comando di Gioacchino Murat. Già nel 1806 esse costituivano ben due corpi d’armata e, all’inizio della Campagna di Russia, la cavalleria era strutturata su quattro corpi d’armata con il 1º comandato da Nansouty, il 2º da Montbrun, il 3° da Grouchy e il 4° da Latour-Maubourg.
Esiste una sacra e antica istituzione che sola può vantare l’alta dignità di aver liberato l’Italia dal giogo imperiale nel XIII secolo donando, ben prima di ogni sussulto risorgimentale, vere indipendenza e libertà ai comuni italiani. Questo baluardo di libertà porta il nome di Parte Guelfa ed è un sodalizio cavalleresco che ha avuto origine istituzionale a Firenze, capitale della Lega Guelfa, nel lontano 1266, come magistratura dotata di blasone papale e di sigilli, meritato privilegio quest’ultimo che l’ha resa unica fons honorum accanto alla Signoria. Nata dal vittorioso eroismo dei cavalieri guelfi che combatterono a fianco di Carlo d’Angiò a Benevento il 26 Febbraio del 1266 contribuendo in maniera decisiva a sconfiggere Manfredi di Svevia, figlio ed erede dell’imperatore Federico II, ed a mettere gli Angiò, garanti dell’autonomia di gran parte dei comuni italiani, sul trono di Napoli.
Il Consiglio di Credenza della magnifica Arciconfraternita di Parte Guelfa esprime profondo e sincero cordoglio al Sovrano Militare Ordine di Malta per la scomparsa di Sua Altezza Eminentissima il Principe e 80° Gran Maestro Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto a nome di tutti i Confratelli e le Consorelle di Parte Guelfa rendendo omaggio alle qualità morali e spirituali del Capo Supremo dell’Ordine ed alla sua rettitudine e fedeltà ai principi ispiratori, che confermano un percorso di dedizione alle molteplici attività mediche, sociali ed assistenziali che i cavalieri melitensi svolgono con perseveranza in oltre 120 stati. La famiglia guelfa partecipa al dolore della famiglia melitense e inviando le più sincere condoglianze.
Lucchese, detto anche Lucesio, Lucio o Lucchesio, nacque a Gaggiano, piccolo borgo sulla strada che da Poggibonsi porta a Castellina in Chianti, intorno al 1180 ed è il Santo Patrono della città di Poggibonsi. Venerato come beato dalla Chiesa cattolica, fu il primo terziario francescano dopo aver tentato in giovane età la carriera delle armi. A capo di un manipolo di armati di Parte Guelfa, si impegnò in prima persona nelle lotte che agitavano la Toscana, fino a quando in seguito a una sconfitta si vide costretto a fuggire e cercare rifugio altrove. Trasferitosi a Poggibonsi, che in quel periodo con il nome di Poggiobonizio stava godendo di una sorta di “boom economico” medievale, e abbandonata la carriera militare finì col prendere in moglie la nobile Bona, figlia di Bencivenni de’ Segni, comunemente chiamata Buonadonna Segni e avviare una florida attività commerciale.
Canapone, o il Babbo, come più familiarmente i fiorentini chiamavano il Granduca Leopoldo II, lasciò per sempre Firenze il 27 aprile del 1859, mogio mogio uscendo da Boboli attraversò la città salutato da un continuo scappellar di tube per salire in carrozza la via Bolognese verso l’oblio della sua dinastia. Si parlò di “rivoluzione fiorentina”, quella scoppiata nella piazza di Barbano, una grande e polverosa area al centro del tessuto urbano della città, dove si ritrovavano i monelli a giocare e dove, altri monelli più grandicelli per lungo tempo avevano raggiunto con il favore delle tenebre il palazzo del marchese Ferdinando Bartolommei a cospirare e in quel giorno di entusiasmo collettivo a creare il governo provvisorio composto dai triumviri Malenchini, Peruzzi e Danzini.

Enrico Mattei e Giorgio La Pira
Parte Guelfa celebra il grande Enrico Mattei, il quale durante la seconda guerra mondiale partecipò alla resistenza come partigiano guelfo, ovvero fu guida dei combattenti “bianchi” che, al fianco degli alleati, si riferivano all’area politica cattolica, dimostrandosi subito un valido condottiero e un buon diplomatico come ne disse in seguito Marcello Boldrini e come, in un contesto più drammatico, confermò Mario Ferrari Aggradi. Esplicativo resta il giudizio di Luigi Longo, del quale divenne amico personale: “Sa utilizzare benissimo le sue relazioni con industria e clero», essendo l’uomo di riferimento della Democrazia Cristiana nel CLN; in tale attività Mattei consolidò le sue amicizie con altri partigiani che rimasero per lui persone di riferimento nell’ambito della politica; in seguito, proprio fra i suoi compagni di resistenza avrebbe cercato, da presidente dell’ENI, gli uomini fidati cui affidare la sua sicurezza personale.