La Birmania o Myanmar in lingua birmana è una nazione multireligiosa dell’Asia sudorientale che contempla 135 etnie e che nonostante confini con stati dove la realtà industriale è importante, quali ad esempio India, Cina e Tailandia, la Birmania “scorre” in un tempo surreale dove creatività manuale, ingegno, cultura e non per ultimo la fede sono il quotidiano volano del vivere. Storicamente affrancata dall’Inghilterra a partire dalla metà del secolo scorso, gli abitanti conservano un carattere socievole e determinato. Senza lasciarsi confondere dalla mitezza del loro animo, i birmani sanno farsi sentire durante i momenti dove la loro capacità di autodeterminazione viene messa in discussione.

Agitazioni e sommosse intervallano lo scorrere lento del tempo in Birmania. Nonostante questa nazione sia ancora uno dei paesi più poveri del mondo il territorio vanta ancora paesaggi incontaminati ed una economia basata sull’utilizzo etico delle risorse naturali. Sin dal passato l’agricoltura ed il commercio con le regioni limitrofe hanno garantito la sopravvivenza della popolazione nonostante gli scherzi del tempo atmosferico. Nazione dal clima monsonico costiero si trasforma in continentale nell’entroterra dove le temperature consentono la coltivazione abbondante di frutta e verdura persino utilizzando zolle di terreno che galleggiano sull’acqua come le coltivazioni sul lago Inle. Mentre i contadini ingegnosi coltivano queste piccole zolle simili ad isole galleggianti, i pescatori si spostano in equilibrio sulle loro imbarcazioni affusolate utilizzando una gamba per remare e l’altra per sostegno. Questo gioco di equilibri consente loro di avere libere le mani e trainare le reti da pesca. Ai lati del lago coltivazioni sterminate di riso e canna da zucchero ci proiettano in una dimensione bucolica facendoci quasi dimenticare che ci siano anche discrete risorse di gas e petrolio.

Osservare la distesa sterminata di stupa dorati sparsi nel verde intenso delle foreste aiuta ad intraprendere un percorso di comprensione di cosa significa la spiritualità nella vita dei birmani. I fedeli nei templi ornano le statue dei sorridenti Budda applicandoci foglie d’oro, vere offerte che vanno a menomare semplici economie familiari. E’ la potenza escatologica del gesto che genera lo stupore. Un’offerta che fa riflettere i molti turisti che visitano scalzi i templi in cerca di spiritualità o semplicemente alla ricerca della bellezza. Uomo, natura e fede in una comunione di intenti. L’utilizzo e la convivenza con la natura e non il bieco sfruttamento finalizzato alla mera produzione. Molto di quello che troviamo in Birmania proviene dalla lavorazione dei materiali naturali come tessuti creati dalle fibre di loto, carta prodotta con poltiglia di cellulosa e lavorazione di monili creati con crini di cavallo intrecciati e ricoperti con la lacca.

Natura come generatore di risorse e benessere sociale ed economico, quest’ultimo ricercato anche da alcuni gruppi di pressione che con l’industrializzazione mirano allo sfruttamento delle risorse fossili.  Quest’ultime saranno in grado di innalzare il benessere nella popolazione? soprattutto quale tipologia di benessere? In Birmania c’è troppa differenza di pensiero sulle tematiche riguardanti le libertà individuali ma anche sulla gestione delle risorse. In un paese dove i monaci porporati praticano la questua del riso con le loro ciotole di lacca nera, dove i sorrisi degli abitanti invadono le strade, dove la natura è rimasta quasi quella degli albori della creazione ecco che una minaccia subdola si affaccia dai confini geografici, l’Industrializzazione spregiudicata.

La grande sfida in Birmania sarà quella di una industria etica, dove l’imprenditoria si impegna realmente a svilupparsi nel rispetto dell’ambiente utilizzando metodologie produttive che rispettano il creato ed il lavoratore? Il processo di modernizzazione sarà di ostacolo? Modernizzazione come adeguamento/sviluppo di una società che avviene mediante l’incontro di culture e di modelli di sviluppo che si selezionando su criteri di competizione. Nonostante che i modelli economici delle nazioni limitrofe abbiano logisticamente una maggiore capacità nell’accedere ai mercati birmani, la speranza risiede nel fatto che questo sviluppo sia rispettoso del fattore ambiente. ll rischio concreto è quello di vedere edificare metropoli industriali di cemento dove l’odore di smog accompagna la quotidianità, scenario purtroppo non molto distante da quello di molte metropoli del sudest asiatico.

 

Autore

Pier Francesco Cellai