Parte Guelfa osserva con rammarico come anche il 2023 debba classificarsi come una nuova annata nera per l’agricoltura italiana. In particolare sono andati male i raccolti di uva, olive e frutta e perduto tra il quindici ed il trenta per cento di alcune produzioni strategiche per il sistema agroalimentare a causa dei cambiamenti climatici e delle temperature record. I cambiamenti climatici tagliano i raccolti nazionali e mettono a rischio gli alimenti base della dieta mediterranea e, in particolare, gravi danni ha subito la produzione dell’olio extravergine nazionale ben al di sotto della media dell’ultimo quadriennio. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti nel fare un bilancio dell’annata agraria.

Il 2023 si classifica fino a ora in Italia al secondo posto tra gli anni più caldi dal XIX secolo con una temperatura superiore di 1,05 gradi alla media storica da quando sono iniziate le rilevazioni, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Isac CNR nei primi dieci mesi nel sottolineare che però l’anomalia climatica è stata accompagnata da una media di quasi dieci eventi estremi al giorno per il maltempo lungo la penisola, tra grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento che hanno provocato vittime e danni secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (ESWD).

Un’annata nera per l’agricoltura italiana con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, superano i sei miliardi a causa dei cambiamenti climatici con un taglio del quindici per cento della produzione di riso mentre il calo per la frutta arriva al sessanta per cento per le ciliegie e al sessantatre per cento delle pere, secondo le analisi della Coldiretti che evidenzia il forte ridimensionamento anche nelle colture autunnali come le zucche in calo del venti per cento o le castagne praticamente dimezzate. Parte Guelfa sottolinea che siamo di fronte a una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal caldo al maltempo con effetti devastanti come dimostrano le recenti alluvioni in Romagna e in Toscana. Il 2023 è stato infatti segnato prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti che si sono alternati al caldo torrido al quale ha fatto seguito un autunno mite ma con violenti nubifragi con l’alluvione che in Toscana ha devastato città e campagne. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. I cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. Questo obiettivo richiede l’impegno di tutte le istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm alla quale la Commissione Europea sta finalmente aprendo le porte. Servono investimenti per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque con un sistema diffuso di piccoli invasi che possano raccogliere l’acqua in eccesso per poi distribuirla nel momento del bisogno.

 

Autori

Eleonora Sepe, Riccardo Posarelli, Andrea Claudio Galluzzo