Anche quest’anno, il 11 giugno 2025, Guelfi e Ghibellini si sono simbolicamente riuniti  nella piana di Campaldino a Poppi, nel cuore del Casentino, per rinnovare il Patto di Pace Perpetua nel luogo dove l’11 giugno 1289 si combatté una delle battaglie più cruente ed emblematiche della storia medievale.

La giornata si è aperta con una cerimonia commemorativa presso il Canto degli Aretini a Firenze, dove l’Arciconfraternita di Parte Guelfa, guidata dal Console Luciano Artusi e l’Associazione Signa Arretii col suo Presidente Francesco Stocchi, alla presenza del Sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli e del Presidente del Consiglio Comunale di Firenze, Cosimo Guccione, hanno deposto corone di fiori in memoria degli Aretini fatti prigionieri e non riscattati che trovarono sepoltura in quel luogo, oggi pertinenza giuridica del Comune di Arezzo dentro la città di Firenze.

La cerimonia è proseguita davanti alla storica Colonna di Campaldino, posta nella piana tra il Castello di Poppi e il fiume Arno dove fu combattuta la sanguinosa battaglia, alla presenza del Sindaco di Arezzo e del Sindaco di Poppi, Federico Lorenzoni: le Autorità hanno assistito alla deposizione di corone di fiori preceduti da due ali di Guelfi e Ghibellini che hanno omaggiato i Fratelli caduti di entrambe le Parti. La commemorazione, sentita e partecipata, ha assunto quest’anno un tono ancora più profondo, con il tema della pace universale come filo conduttore della giornata: le Autorità presenti e i rappresentati delle Parti un tempo contrapposte hanno condiviso importanti riflessioni sulle conseguenze devastanti dei conflitti e sul valore della riconciliazione tra i popoli, oggi più che mai attuale.

Il poeta Dante Alighieri, pur essendo tra i vincitori della battaglia di Campaldino, fu segnato per tutta la vita da quella terribile esperienza, rappresentando nella sua descrizione delle pene infernali le atrocità e le sofferenze di cui fu testimone, auspicando un ordine politico che superasse lo scontro di fazioni animate da interessi meschini e fratricidi.

La pace non si conquista con la vittoria: la pace si ottiene senza la guerra. La pace è la massima espressione del benessere comune, per le persone e per l’ambiente in cui vivono: la salvaguardia ambientale, al centro della missione di Parte Guelfa, costituisce un fondamento indispensabile per il raggiungimento di quel bene comune che supera ed annulla le discordie, gli scontri e le disuguaglianze.

Le Insegne di Parte Guelfa e di Parte Ghibellina, il Giglio di Firenze e il Cavallo “inalberato” di Arezzo rappresentati sulla Colonna di Campaldino, un tempo emblemi di rivalità, sono diventati simboli di tradizione e di rispetto reciproco, di fratellanza nel segno della pace come bene comune da custodire e rinnovare ogni anno, per sempre.

 

Autore

Enrico Calì