Ciao caro Sonny, mi permetto di usare tale confidenza perché come sai, ho già collaborato con la tua associazione in veste di veterinario per aiutare cavalli in difficoltà; a volte abbiamo gioito insieme per essere riusciti a salvare un cavallo, ed altre volte la realtà ci ha lasciati con il senso di impotenza perché non siamo riusciti a salvarne altri. Mi ritrovo oggi in veste di organizzatore dei Cocchi del Marzocco, evento arrivato alla sua seconda edizione ma che nasce come Palio dei Cocchi nel 1563 in Piazza Santa Maria Novella per volontà di Cosimo I dei Medici. Oggi sarebbe impossibile far rivivere una gara di bighe, come era in origine, nel centro di Firenze, ma la nostra storia e le nostre tradizioni non possono essere dimenticate e sono lì per ricordarci un passato ed indicarci un futuro migliore. Lo sforzo che abbiamo fatto è stato quello, in primis, di pensare al benessere dell’animale ed è per questo che la gara non premierà il cavallo più veloce o il più prestante fisicamente, ma il miglior cavallo presentato come stato di salute, toelettatura e bardatura.

Gli animali verranno impiegati per circa tre ore nell’ arco dei tre giorni, trainando poche centinaia di chilogrammi (in passato trainavano tonnellate e lavoravano diverse ore al di, pur rimanendo in buona salute). I cavalli che arriveranno a Firenze, sono di razze diverse, frutto della selezione di secoli di “collaborazione” tra uomo e animale, una varietà genetica che andrebbe perduta, se si volesse restringere la popolazione equina ad esemplari “liberi e felici”, abbandonati in aree “amene” non meglio identificate. Sentire parole come sfruttamento, abolizione, manifestazione anacronistica, ferisce, non tanto per il pensiero che può essere diverso, ma per la mancanza di conoscenza dell’ evento. Non hai mai preso contatti con il comitato organizzatore, mai ti sei impegnato a chiedere informazioni. L’ assessore Guccione, che non ha certo bisogno di essere difeso da me, ha solo cercato di promuovere la storia e la tradizione della sua città, dare la possibilità a dei bambini sfortunati (Cocchi appunto) di sorridere di gioia e di portare la bellezza nel parco della città, come cura al degrado ed allo spaccio, parco che tra l’altro fu progettato per essere percorso in carrozza. Puoi non essere d’accordo sull’ utilizzo di animali, ma di anacronistico, in questa occasione, ci sono solo le tue dichiarazioni, che sembrano più utili a te per cercare un po’ di visibilità.

Comunque i nostri cancelli sono sempre aperti, anzi spalancati, per un dialogo costruttivo

Un saluto sincero

Stefano Tani
Capitano di Parte Guelfa e Veterinario Ippiatra