Esiste la grande necessità di una cultura diversa e Parte Guelfa se ne fa portatrice e celebra oggi, 18 Marzo 2022, la quinta giornata voluta dalla Global Recycling Foundation. Un argomento non certo nuovo ma cruciale per la transizione ecologica del pianeta. Nata nel 2018 con lo scopo di promuovere e diffondere la cultura del riciclo, la giornata mondiale del Riciclo cammina già sulle sue gambe e Parte Guelfa la sostiene perché il Riciclo è uno sforzo collettivo, cruciale per il futuro dell’umanità. Nessuno può agire in isolamento ed è imperativo coinvolgere la più ampia quota di popolazione possibile, dalle aziende agli individui, indipendentemente da dove si trovino.

La domanda di carta sta crescendo con l’aumento della popolazione. Abbiamo collezionato e riciclato circa 250 milioni di tonnellate all’anno della “settima risorsa” – così viene definito il prodotto ottenuto dal riciclo – per produrre giornali e altri tipi di carta ma non basta. Comunque dall’Italia arrivano dati confortanti in tal senso: nel 2021 le cartiere italiane hanno riciclato 16% in più di carta e cartone rispetto al 2020 (5,2 tonnellate nel 2020, oltre 6 nel 2021). I dati vengono da un rapporto di Federazione Carta Grafica in sinergia con Comieco. In Italia nel 2020 è stato raggiunto il tasso di riciclo dell’87,3% negli imballaggi in carta e cartone. Scarti provenienti dalle industrie cartarie o editoriali, uffici, attività commerciali e di trasporto e dei rifiuti domestici sono stati lavorati e riciclati nelle cartiere italiane perché avessero una seconda vita negli imballaggi in carta e cartone. Obiettivo europeo di riciclo di carta e cartone dell’85% al 2030 raggiunto e superato con 10 anni di anticipo mentre la media UE è del 73,9%. Dunque gli italiani possono celebrare questa giornata da leader. L’Italia, infatti, essendo un territorio con scarse materie prime ha imparato prima di altri l’arte del riciclo: dare una seconda vita ai materiali, in particolare a carta e cartone, è ormai infatti una vera caratteristica del Made in Italy. Ma si evidenziano però alcune criticità: la prima riguarda la raccolta differenziata dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche). I nostri dispositivi elettronici dovrebbero essere riciclati almeno per il 65 percento secondo la Ue, mentre siamo fermi al 39% rispetto al quanto “immesso al consumo”. Pile, batterie e accumulatori portatili, criticità ribadita dall’Unione nelle scorse settimane, non raggiungevano il tasso di raccolta auspicato. Stesso discorso per i veicoli fuori uso la cui percentuale di riciclo non raggiunge il 95% programmato e auspicato. Occorre crescere ancora nella sensibilità di cittadini e imprese e negli adeguamenti dei prodotti industriali per divenire veramente un modello. La corsa è solo all’inizio.

 

Autore

Flavio Salaris