Parte Guelfa Accademia PIgnatelli Equitazione XVI secolo NpoliVenerdì 14 Settembre 2018, nell’ambito del corso formativo 2017-18, l’Arciconfraternita di Parte Guelfa apre le porte al pubblico per raccontare la storia dell’equitazione in Italia e le origini delle razze equine italiane. Il lungo percorso didattico è propedeutico all’ammissione all’investitura dei Cavalieri di Parte Guelfa 2018 e coloro che non avessero ancora compilato i moduli di adesione potranno farlo durante l’incontro che si terrà presso Zoworking, il centro italiano più grande ed evoluto di co-working e formazione, appena inaugurato a Sesto Fiorentino.

LE ORIGINI ITALIANE DELL’EQUITAZIONE MODERNA a cura di GREGORIO SAVIO

Fu nel Medioevo che il cavallo cominciò, in Italia in particolare, a essere utilizzato anche per fini agonistici e di piacere. Il cavallo era per tutti il mezzo di trasporto e di lavoro per eccellenza. Montare a cavallo diventò però anche fenomeno di costume per l’aristocrazia, ed esercitarsi nell’equitazione di alta scuola fu presto un obbligo per ogni nobile. Nel Rinascimento presso le corti d’Europa iniziarono a svilupparsi vere e proprie scuole d’equitazione dove operavano uno o più maestri al servizio dei cortigiani: oltre all’equitazione vi s’insegnava l’uso delle armi, la danza, la musica, la pittura e la matematica. La capostipite fu l’Accademia di Napoli, che raggiunse il massimo splendore nel XVI secolo per opera di Giovan Battista Pignatelli, attirando allievi da tutta Europa. La fama di Pignatelli fu talmente grande che nei decenni successivi, sino al Seicento inoltrato, per illustrare i propri meriti i cavallerizzi più famosi avrebbero vantato un apprendistato equestre alla scuola del gentiluomo napoletano o dei suoi allievi. Per tutto il Cinquecento e fino all’Ottocento non vi fu palazzo principesco o reale ove non fosse accolto un cavallerizzo che istruisse il signore e la sua corte nei nuovi e nobili principi dell’equitazione. Claudio Corte, nobiluomo pavese che aveva avuto il suo apprendistato equestre a Napoli, divenne cortigiano di Elisabetta I d’Inghilterra. Lorenzino Palmieri dedicò al granduca di Toscana il suo trattato sulle Perfette regole et modi di cavalcare (1625), mentre Pirro Antonio Ferraro, autore di uno dei più rinomati trattati del Seicento, Cavallo frenato (1602), fu cavallerizzo alla corte di Filippo II di Spagna. Dalle corti principesche e dalle accademie cittadine si diffuse in tutta Europa l’equitazione italiana, tanto che anche in Francia, in Austria e in altri paesi sorsero centri deputati all’istruzione secondo le nuove tecniche: la Scuola spagnola di equitazione di Vienna (1729) e il Cadre Noir di Saumur (1825), come istituzioni di Stato, sono probabilmente gli ultimi eredi dell’equitazione accademica nata durante il Rinascimento in Italia. Sempre dall’Italia, più precisamente dalla Scuola di cavalleria di Pinerolo, parte la storia dell’equitazione nell’era moderna. Fu in questa sede che alla fine dell’Ottocento il capitano Federico Caprilli, poco più che trentenne, mise a punto un sistema di equitazione del tutto innovativo detto ‘sistema naturale’, che rapidamente si diffuse in tutto il mondo. L’8 settembre 1943 la Scuola cessò la sua attività dopo essere stata saccheggiata dai tedeschi.

LE ORIGINI ITALIANE DELLE RAZZE EQUINE ITALIANE a cura di ELEONORA CORSI SALVIATI

L’Italia è uno dei paesi dove si riscontrano il maggior numero di razze di cavalli. Storicamente l’Italia è sempre stata un crocevia di culture, un punto da dove rotte commerciali, migrazioni e scambi sono avvenuti in ogni epoca grazie alla sua posizione strategica, al centro del bacino del Mediterraneo. Allo stesso modo anche i cavalli, che sono sempre stati in tempi passati il principale mezzo di locomozione, hanno subito movimenti, scambi e incroci. L’introduzione del cavallo nel nostro Paese è avvenuta in tempi antichi e precisamente è stata fatta risalite all’ arrivo delle popolazioni Indo-europee durante l’età del bronzo. Oggi in Italia è presente una grande varietà di razze: cavalli più leggeri sono tipici di zone con clima secco come quelle del Centro e Sud Italia, mentre nelle regioni del Nord troviamo cavalli più pesanti. Condizioni ambientali più dure tipiche delle zone insulari e marginali hanno favorito invece razze più piccole. Per ricostruire la storia delle razze italiane l’uso delle loro caratteristiche morfologiche e delle loro genealogie è però spesso insufficiente. Oggi attraverso l’uso delle più moderne tecnologie che si basano sull’analisi genomica è stato possibile svelare il segreto della loro origine.

OTTAVA SESSIONE DEL CORSO FORMATIVO 2017/18

Venerdì 14 Settembre 2018 ore 21,00

ZOWORKING
Via Renato Bruschi 126
Sesto Fiorentino (FI)

APERTA AL PUBBLICO

Parte Guelfa Zoworking

 

 Autore

Nicola Biagi

parte guelfa definitivo per sfondi bianchi