Combattere la pesca illegale attraverso l’Arte: un museo di sculture sottomarino a largo di Talamone nel grossetano come roccaforte della tutela dei mari. Qualche anno fa sembrava solo un’idea stravagante, invece aveva un fine davvero apprezzabile: salvare i mari dall‘inquinamento causato dall’uomo e da quelle azioni che vanno ad alterarne l’ecosistema come la devastante pesca a strascico. Oggi chi ama le immersioni, si trova di fronte uno scenario fantastico. Sono stati chiamati “I Guardiani” e sono delle teste enormi del peso di dodici tonnellate, realizzate in marmo di Carrara e alte tre metri e mezzo.

L’autrice ê Emily Young, oggi considerata la più grande scultrice vivente in Gran Bretagna, le cui opere vengono quotate oltre il mezzo milione di sterline. La sua passione artistica ce l’ha nel suo DNA, essendo figlia di scrittori; quando aveva soltanto 15 anni e frequentava la scuola nei pressi di Notting Hill, ispirò i Pink Floyd a comporre See Emily Play. Oggi Emily vive sulle colline grossetane e ha iniziato una battaglia ecologista sul Monte Amiata. Quando era stato presentato il progetto, era stato visto come qualcosa di assurdo: in realtà la sua idea originale offre al territorio qualcosa di davvero unico. L’artista vive da tempo in Toscana e le sue immense sculture in marmo sono state calate nei fondali della Baia delle Donne di Talamone, nella Maremma grossetana. Rappresentano degli stati d’animo: il guardiano gentile, il giovane allegro, il guardiano che piange e il guardiano amaro. “È la pietra a dirmi che espressione conferirle: è pensierosa, tranquilla”, afferma la scultrice britannica Emily Young. Scolpisce con decisione, indossando una spessa giacca, un cappello di pelle e stivali rinforzati, mascherina e tappi per le orecchie, ma senza guanti, perché “devo sentire come reagisce la pietra, attraverso lo strumento”.

Traccia qualche linea qua e là, come riferimento per un occhio, la bocca, poi inizia a tagliare la pietra con una smerigliatrice angolare – uno strumento potente per tagliare il marmo – oppure con uno scalpello e una mazza. “Taglio finché la pietra non mi dice cosa fare. Mentre scolpivo dietro il naso, dove sarebbe apparso l’occhio sinistro, ho incontrato un’ampia venatura bianca, che scendeva dall’angolo dell’occhio fino alla base del blocco di pietra. È la traccia di un evento geologico, ma sembrava una lacrima. Ho intitolato l’opera Il guardiano che piange”. Emily tiene a precisare che nella sua decisione, vi è un’idea pensata che va oltre alla forma di arte a cui tiene molto: con la collaborazione di altri artisti, ha creato negli anni un‘agorà sottomarina, utile all’ambiente, perché va a contrastate lo scempio che viene commesso con la pesca a strascico distruggere inesorabilmente i fondali marini. Come afferma la Young: “Le nostre statue non sono solo guardiani di Bellezza sono anche guardiani dell’Ambiente in quanto impediscono, finalmente, che si continui lo scempio”. Le enormi statue infatti, sono così voluminose e pesanti da non so sentire il passaggio delle reti a strascico che, laddove utilizzate, resterebbero impigliate nelle enormi opere artistiche rompendosi: ciô costituirà un sicuro deterrente per i pescherecci che finora soprattutto di notte svolgere la loro attività illecita. La straordinaria iniziativa della nota artista, nasce da un’idea di un pescatore, Paolo Fanciulli, che ha fatto gettare in mare dei grossi blocchi di pietra, proprio per contrastate il lavoro dei pirati della pesca. Emily ha trasformato la pietra in bellezza, mescolando l’arte al rispetto ambientale. La scultura di 18 tonnellate di Young, The Weeping Guardian (Il guardiano che piange) insieme ad altri due enormi volti (The Gentle Guardian [Il guardiano gentile] e The Young Guardian [Il guardiano giovane, N.d.T.]) che ha scolpito nel marmo di Carrara con l’aiuto di due colleghi nell’arco di cinque giorni, sono stati deposti sul fondale marino al largo della costa toscana presso Talamone, tra Firenze e Roma. Lì sotto, i suoi massicci guardiani di pietra proteggono la vita marina dalle reti dei pescherecci che pescano illegalmente e – si spera – continueranno a vigilare per migliaia di anni sensibilizzando le coscienze di tutti al rispetto del Mare e dell’Ambiente.

Le alghe stanno ricoprendo la scultura intitolata ‘Acqua’ di Giorgio Butini. Questa è una delle 39 sculture che sono state gradualmente posizionate sul fondale marino al largo di Talamone

 

Autore

Franco Lento